Alda Merini: lettera al dottor G.

Alda, come un raggio di luce illumini paesaggi bui e polverosi acquietatisi dentro di me. Il tuo dolore vivo è il mio, le tue parole sono note usurate che voglio cantare con voce nuova; ho diviso con te la paura senza fine, l’amore dilaniante, la soglia della morte della coscienza, sorella sfortunata, il tuo dono riempie ora una moltitudine di cuori, grazie, grazie.

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Alda Merini al dottor G.
Egregio professore, so che le è stato riferito che io non prendo «regolarmente» le sue medicine. Naturalmente si tratta dei soliti pettegolezzi di ospedale che purtroppo alle volte rovinano con la loro cattiveria la buona fede di chi crede nella lealtà del prossimo.
È vero, qualche volta ho omesso il Nobrium perché non volevo cadere nel solito stato di incoscienza e volevo tenermi un po´ desta, un po´ attiva, ma se mai un ammalato non prendesse i medicamenti prescritti la cosa più grave non è nella omissione degli stessi ma nel proposito, assurdo e malato, di non volere guarire. Chi viene a riferirle queste cose dimostra un animo molto meschino ed io nella mia semplicità ed anche nella mia malattia mi rallegro di non essere tra le file di quelli che si chiamano «spie». […]
Vede che in questo momento il mio equilibrio è sano, però prima che io possa accedere ad una certa chiarezza occorre che lasci libero sfogo alle lacrime che comprendono tanti e tanti dispiaceri. Ad esempio proprio ieri ho visto un uccellino che giocava nella sabbia, era così tenero, così patetico, che vi ho visto raffigurata la mia creatura. Le parrà assurdo ma lei non può sapere da uomo cosa significa sentirsi palpitare dentro un altro cuore, sentirselo proprio per dei mesi, donarsi ed essere continuamente gratificata da questo amore nuovo che sorge. Come vorrei farglielo intendere e come vorrei pure che ella capisse che tutta la mia confusione altro non è che un grande contenuto dolore, tanto grande, quanto grande può essere la misura di un sacrificio umano.

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Siate autentici!

ImmagineDi solito mi rifaccio ai testi del Dottor Bach su salute e malattia, nella loro semplicità sono meravigliosi e spiritualmente altissimi. Ho trovato questo testo e ho iniziato a leggerlo senza sapere chi lo avesse scritto, mi sembrava tanto uno dei testi del buon dottore e sono rimasta stupita quando alla fine ho visto che era di Alejandro Jodorowsky. Amo parecchio anche lui ma di solito è più, come dire…leoninamente ribelle, invece qui è semplice, conciso, lineare, va dritto al punto, e che punto. Quindi cari, siamo autentici!

“Dietro ogni malattia c’è il divieto di fare qualcosa che desideriamo oppure l’ordine di fare qualcosa che non desideriamo. Ogni cura esige la disobbedienza a questo divieto o a quest’ordine.

E per disobbedire è necessario abbandonare la paura infantile di non essere amati; vale a dire di essere abbandonati. Questa paura provoca una mancanza di coscienza: non ci si rende conto di quello che si è davvero, cercando di essere quello che gli altri si aspettano che noi siamo.

Se si persiste in questa attitudine, si trasforma la propria bellezza interiore in malattia. La salute si trova solo nell’autentico, non c’è bellezza senza autenticità, ma per arrivare a quello che siamo davvero dobbiamo eliminare quello che non siamo. Essere quello che si è: questa è la felicità più grande.”
Alejandro Jodorowsky


 

Usually I refer to Dr. Bach’s texts on health and disease, they are wonderful in their simplicity and spiritually high. I found this text and I started reading it, I felt so much one of the texts of the good doctor and I was amazed when I saw it was Alejandro Jodorowsky. I love him a lot too but he’s usually, you know… a rebel lion, instead here he is simple , concise, linear, he goes straight to the point, and what a point! So dear, let’s be authentic !

Behind every disease there is a prohibition of something that we want or an order to do something you do not want . Each treatment requires disobedience to ban this or that order.

And to disobey is necessary to abandon the childish fear of not being loved; to be abandoned. This fear causes a lack of consciousness: we do not realize what we really are, trying to be what others expect us to be.

If we persist in this attitude , we turns our inner beauty in disease. Health is found only in the authentic, there is no beauty without authenticity, but to get to what we really are, we have to eliminate what we are not. Be what you are, this is the greatest happiness.
Alejandro Jodorowsky

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